La consistenza del pane. Diario segreto di un disturbo alimentare

Dott.ssa Anna RossiPsicologa Psicoterapeuta a Reggio Calabria

Roberta, 40 anni, impiegata. Un vocabolario asciutto ma ben munito di termini come contapassi, bruciagrassi, detossinante, dietetico, dimagrante, diuretico, ipocalorico, lassativo, rassodante, snellente.

Non è il primo percorso quello che da poco ha intrapreso con me: ha diverse terapie alle spalle e quasi una intera vita dedicata a bruciare calorie, che poi è un po' come bruciare il tempo.

La diagnosi che ha ricevuto è Disturbo del Comportamento Alimentare. Almeno il suo comportamento adesso se lo spiega – si tratta di un disturbo del comportamento alimentare, appunto - ma il resto?

Ed è proprio per quello che rimane inspiegato che mi sta chiedendo aiuto. Per quella cosa invisibile e profonda che continua a vorticarle dentro e che non è riuscita a bruciare insieme al tempo e alle calorie. Anzi è quella cosa che brucia, che la brucia.

Soffocarla con il cibo produce indiscutibili effetti: ad ogni biscotto mangiato il bruciore si allevia un po'. Più biscotti uguale più tregua e molto meno bruciore. Pacchi interi di biscotti uguale nausea profonda, bisogno di svuotarsi e urgenza di smaltire tutte quelle calorie che provano la sua inadeguatezza. Su questo aspetto Roberta non si muove a caso: ormai è una esperta di condotte di eliminazione. Ciononostante, negli ultimi tempi, ha elaborato strategie più sofisticate e con meno effetti collaterali. Sono tutte focalizzate sulla distrazione e consistono nel riversare ogni energia mentale in una minuziosa selezione della qualità e della quantità del cibo da ingerire. Degli orari esatti e dei modi per farlo. Così tra tabelle caloriche, escursioni al market in cerca di prodotti particolarissimi e appuntamenti alimentari cui arrivare con assoluta puntualità, un’altra giornata può dirsi superata e il tempo consumato con successo.

Ma è a quel vortice che noi vogliamo guardare e così proviamo a scandagliarlo meglio. Cerchiamo nel corpo e dopo qualche tentativo lo identifichiamo in un gorgoglio che arriva dal torso, dalla zona compresa tra il collo e la cintura. Ma nel suo vocabolario di quel "gorgoglio" neanche l'ombra. Proviamo allora a decifrarlo come si fa con un codice criptato, con una parola di qualche strana lingua parlata in un angolo abbandonato di mondo. Alla fine ce la facciamo: "mi vedete? Ehi, io sono qui. Dove siete finiti tutti?”. Mentre ne annota la definizione a pagina 15 sotto la lettera "G", subito prima di "guarigione", Roberta si accorge di non sentirsi più così invisibile. Dai suoi occhi scende una lunga lacrima e poi due. Riapriamo il dizionario, andiamo alla lettera "L" per cercarne la definizione e, a sorpresa, questa volta la troviamo: “sentimento di condivisione”, sta a pagina 20. Sì, l'aveva già appuntata, adesso ricorda. È stato quando ha cominciato a fare il pane durante il lockdown e concerne quel rapporto particolare tra lei e il suo lievito madre. Insieme ne hanno viste tante: hanno attraversato la solitudine, i silenzi assordanti, la mancanza di significato, la paura di non essere graditi. Hanno esplorato il bisogno di darsi, di espandersi, di creare qualcosa a partire da sé. Che è quello che Roberta fa quando accarezza acqua e farina, dedica loro tempo, ne osserva l’evoluzione attraverso tutti i suoi sensi facendo del corpo, il suo, un luogo da cui osservare e non da ossevare.

Fare il pane le ha insegnato ad abitare il tempo, a stare, ad aspettare, a prestare cura. La stessa cura che, dopo tormentati dialoghi interiori, a volte si dona concedendosi un pezzo di quel pane cui ha dedicato tanta sollecitudine. Quel pane che ogni volta, nonostante le sue apparenti imperfezioni, merita di essere tagliato ed esplorato dall’interno per poterne apprezzare il profumo, il colore e la consistenza fatta di una particolare e mai uguale combinazione di pieni e di vuoti.

Quel pane da cui può continuare a imparare come abitare dentro di sé.


Dott.ssa Anna Rossi
Psicologa Psicoterapeuta a Reggio Calabria

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Dott.ssa Anna Rossi
Psicologa Psicoterapeuta a Reggio Calabria

Iscritta dal 2007 all’Albo degli Psicologi della Regione Calabria n. 1052
Laureata nel 2005 in Psicologia, indirizzo psicologia del Lavoro
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