Autocompiacimento, l’emozione irresistibile

Dott.ssa Anna RossiPsicologa Psicoterapeuta a Reggio Calabria

“Mi sono dimostrato nel giusto!”
“Io te lo avevo detto”
“È stato tutto merito mio”
“Non puoi dire che non è così”

In un mondo pieno di errori e imperfezioni, chi di noi non ha mai sperimentato, anche solo per un brevissimo momento, il trionfo dell’avere ragione? L’inebriante piacere di essere nel giusto?

É come ottenere la cittadinanza in un angolo di mondo scintillante, progettato a regola d’arte sino all’ultimo dettaglio, in cui tutto è compiuto e non c’è null’altro da aggiungere o modificare. Non a caso il termine inglese smug (compiaciuto), sino all’800, veniva utilizzato per descrivere una persona dall’aspetto elegante, raffinato, impeccabile, lustro, lindo. Ed è in questa immagine che possiamo scorgere l’ambiguità di questa emozione che, più che alleata dell’autostima come d’istinto potremmo immaginare, può rappresentare un ostacolo al processo di autorealizzazione. Un’emozione assai irresistibile per chi la prova (chi di noi è pronto a rinunciare a una bella medaglia luccicante, magari anche con i lustrini?) ma al contempo sgradita a tutti gli altri.

Sarà forse perché nello sguardo fiero e colmo di soddisfazione di chi è nel giusto si può scorgere una sottile luce di disprezzo nei confronti dell’avversario? E nelle sue movenze il diletto a farsi guardare sul podio? A volte ci compiaciamo così tanto e così a lungo di quello che siamo, di quello che abbiamo realizzato, di ciò che abbiamo capito del mondo da ritrovarci poi imprigionati in una guerra solitaria per la difesa dello status quo. Il compiacimento diventa allora la trincea in cui far convergere tutte le nostre risorse e le nostre energie, in cui ci consumiamo pur di non tornare nell’oscuro regno del caos dove tutti, e dico tutti, siamo allo stesso tempo vincitori e perdenti, ma soprattutto esseri umani in crescita.

Se la vita da trincea non ci piace, se rinforzando i nostri fossati con sacchi di sabbia e filo spinato sentiamo muoversi dentro di noi la nostalgia per gli spazi aperti, possiamo allora provare a usare in modo diverso le nostre energie e a fare di quel compiacimento qualcosa di diverso. Non una trincea, ma un trampolino di lancio da cui poter per un attimo guardare la bellezza del panorama dall’alto prima di fare un nuovo tuffo nel vasto mare del dubbio … che è l’unico luogo in cui possiamo continuare a imparare.


Dott.ssa Anna Rossi
Psicologa Psicoterapeuta a Reggio Calabria

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Dott.ssa Anna Rossi
Psicologa Psicoterapeuta a Reggio Calabria

Iscritta dal 2007 all’Albo degli Psicologi della Regione Calabria n. 1052
Laureata nel 2005 in Psicologia, indirizzo psicologia del Lavoro
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